Gaetano Taverna 09/07/2021

Tu si 'nu Babbà !

« Si pe mez da diet assàje nun può mangià sultànt nu babà, penz', tʼ 'o può piglià, pecché è ddoce, è lligiero, e nun te fa 'ngrassà. » (Antonio Guarracino, "E Babbà")

Il Babà, uno dei dolci più famosi e buoni dell'arte della pasticceria partenopea. La sua storia e come prepararlo a casa. Buona Lettura e Buona Degustazione!

 

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Gaetano Taverna 14/06/2021

Anni che passano

E sono 63 !! Ogni anno ringrazio il Signore perché lascio alle spalle un altro anno per affrontarne un altro ancora.

Da sempre provo a non prendere sul serio quello che mi capita, e spesso non prendo sul serio neanche me stesso. Non è superficialità, anzi, direi che è un’autodifesa, ma forse più semplicemente è un modo per sentirsi vivo.

Diceva Abraham Lincoln che “Non sono gli anni che contano nella vita, è la vita che metti in quegli anni”. Io aggiungerei che contano anche le persone che incontri, che hanno riempito e che stanno riempiendo il tuo universo. Persone che hai conosciuto camminando insieme e che ti stanno a fianco in questo momento.

Incontri che non si dimenticano, incontri che magari vorresti dimenticare: non importa, quello che importa è riuscire a fare sempre degli incontri nuovi, anche con le persone che avevi perso di vista, perché no!

In un'intervista su Il Fatto Quotidiano del 23 marzo 2015, Franco Battiato condivideva questi pensieri molto belli: “L’unica cosa per cui si può avvertire nostalgia sono i paradisi perduti. Gli angeli nascosti. Ciò che di meraviglioso, magari fugacemente, abbiamo incontrato. Se c’è una cosa bella dell’età che avanza, è in questo miracolo: saper riconoscere la bellezza. Quando mi passa davanti, adesso, la colgo.

Sulla mia strada ho incontrato spesso tanti angeli nascosti, a volte me ne rendevo conto al momento, ma spesso me ne sono reso conto dopo molto tempo, lasciandomi un pizzico di nostalgia per non essere stato capace di cogliere la bellezza di quell'incontro.

Ora però un po’ di pubblicità: se non avete ancora letto il mio romanzo “Il volo dell’odio”, beh... che aspettate?? Occhio, perché dalle recensioni che ricevo pare che se lo leggete di sera rischiate di passare la notte in bianco...

Ad Maiora Semper !

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Gaetano Taverna 02/06/2021

Presentazione nel Salotto Blu di Odradek

Di seguito il video della presentazione del mio romanzo Il volo dell'odio presso il Salotto Blu della Libreria Odradek di Roma. Con me, l'amico Claudio Pallottini, che ringrazio di cuore, attore, scrittore, sceneggiatore, regista, nonché grande spalla del mitico Gigi Proietti. Buona visione.

Pagina Facebook di Odradek

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Gaetano Taverna 15/05/2021

Il volo dell'odio: il Booktrailer

«Per farla breve, cosa ti ha spinto a diventare un criminologo?»

Padre Soriani incrociò gli occhi chiari del vescovo.

«Non è semplice rispondere. Magari la risposta è nella natura stessa della nostra missione, nel lavoro quotidiano che svolgiamo in nome di nostro Signore Gesù Cristo per la salvezza eterna di tutte le anime. Spesso però incontriamo sulla nostra strada delle anime inquiete e non basta conoscere la psicologia che c’è dietro ai loro gesti, alla loro vita. Per poterle davvero salvare, è necessario conoscere il dolore, il male, la sofferenza e conoscere cosa le ha portate a compiere determinate azioni. D’altronde, come diceva Kahlil Gibran, per arrivare all'alba non c'è altra via che la notte.»

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Gaetano Taverna 13/05/2021

La Pace non è un'utopia

Ennesima guerra in Terra Santa, ormai basta una scintilla per far scoppiare una crisi eterna dove le armi prendono il sopravvento a discapito delle popolazioni coinvolte. Israele e Palestina possono e devono convivere e la Pace non può essere un'utopia.

«Spesso il termine utopia è la maniera più comoda per liquidare quello che non si ha voglia, capacità o coraggio di fare. Un sogno sembra un sogno fino a quando non si comincia a lavorarci. E allora può diventare qualcosa di infinitamente più grande.» Adriano Olivetti, imprenditore, ingegnere e politico italiano, 1901–1960.

«Una cartina del mondo che non contenga Utopia non è degna neppure di uno sguardo, perché tralascia il paese nel quale l'umanità continua ad approdare. E, quando vi approda, l'umanità si guarda intorno, vede un paese migliore e issa nuovamente le vele. Il progresso è la realizzazione di Utopia.» Oscar Wilde, scrittore, drammaturgo, giornalista e saggista irlandese, 1854-1900.

«La pace deve essere sempre il fine: pace perseguita e difesa in ogni circostanza. Non ripetiamo il passato, un passato di violenza e distruzione. Immettiamoci nell'erto e difficile sentiero della pace, il solo sentiero che si adatti alla dignità umana, l'unico che conduca verso il vero compimento del destino dell'uomo, il solo che guidi verso il futuro in cui l'equità, la giustizia e la solidarietà sono realtà e non soltanto dei sogni lontani.» San Giovanni Paolo II

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Gaetano Taverna 01/05/2021

Primo Maggio: una festa per il riscatto

Gli slogan che sanno tanto di retorica non mi sono mai piaciuti e allora per questo 1 maggio ho voluto rappresentare in quattro immagini la situazione attuale del lavoro (o del non lavoro) in Italia.

Il lavoro usurante, massacrante, di chi è in prima linea a combattere il Covid nelle corsie degli ospedali.
Il lavoro perso, le spese da pagare, i sogni infranti, l'incertezza del futuro di chi ha un'attività, come la ristorazione, colpita duramente dalle chiusure per il Covid.

Le fabbriche che chiudono per piani aziendali il cui obiettivo è esclusivamente il profitto a discapito della dignità umana.

La ricerca affannata del primo impiego per i giovani, sempre più costretti ad accettare impieghi che nulla hanno a che vedere con gli studi fatti (es. rider); oppure che si illudono di poter avere uno straccio di contratto dopo mesi di stage senza retribuzione perchè "fa comunque curriculum".

Sarebbero tante le persone in crisi (come chi lavora nello spettacolo, teatri su tutti, nel turismo, nell'arte, ecc.).

Per tutti loro, il 1 maggio non può essere una festa, ma almeno rappresenti la possibilità di un riscatto che permetterà di vivere con dignità.

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Gaetano Taverna 21/04/2021

Videopresentazione del romanzo Il volo dell'odio

Un breve video in cui presento il mio ultimo romanzo "Il volo dell'odio", edito da Edizioni Il Vento Antico.

La citazione è tratta da un telefilm degli anni '60, della serie "Ai confini della realtà", Episodio 26, dal titolo “Io sono la notte: colorami di nero”.

«Una malattia conosciuta col nome di odio. Non è un virus, né un microbo, né un germe. Ma nonostante questo è una malattia anche altamente contagiosa, con effetti mortali. Non la cercate ai confini della realtà, cercatela nello specchio. Trovatela prima che la luce vada via del tutto.»

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Gaetano Taverna 18/04/2021

Il volo dell'odio in libreria

Si tratta del mio terzo libro pubblicato: rispetto ai precedenti ho lasciato da parte la cucina e lo spionaggio internazionale per scrivere un noir ambientato a Roma.

Un romanzo in cui il tema scottante come la pedofilia fa da sfondo alle indagini di un sacerdote psicologo, esperto in criminologia, padre Giulio Soriani, incaricato dalla Santa Sede di far luce su episodi di abusi in una parrocchia romana (i personaggi, l’ambiente e i contesti descritti nel romanzo sono indicati con nomi di fantasia e non si riferiscono ad alcuna persona o situazione reale).

Il libro è già disponibile su Amazon cliccando qui e nelle maggiori librerie online.

Su ordinazione è disponibile anche presso le librerie attraverso il distributore nazionale "Centro Libri".

Link alla pagina di Edizioni Il Vento Antico: cliccare qui.

Buona Lettura.

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Gaetano Taverna 12/04/2021

Baccalà alla Vicentina: il gusto della tradizione

Si racconta che, nel 1269, i vicentini che tentavano l'assalto al castello di Montebello, difeso dai veronesi, alle guardie che gridavano altola', rispondessero: oh, che bello, noi portiamo polenta e baccalà. E subito i veronesi, golosi, spalancarono il portone …

Quando si pensa al baccalà lo si immagina quasi sempre alla vicentina, perlomeno in Veneto. Forse perché è il più buono - esclamerebbe qualcuno - senza far torto a nessun’altra ricetta.

Senza dubbio il Baccalà alla Vicentina è il più conosciuto. Inoltre, è una delle poche ricette che viene identificata con una realtà geografica particolare, un po' come avviene per i Risi e Bisi. Tuttavia, a differenza di tante altre ricette, il Baccalà alla Vicentina si degusta, accompagnato con fette di polenta calda, solo in quella zona particolare.

La polenta deve essere cotta senza mai stancarsi di mescolarla, poi tagliata a fette e servita con il baccalà. Oppure, è possibile realizzare un comodo letto di polenta su ogni singolo piatto che fungerà da base, collocando sopra i pezzi del saporito pesce del nord. Una bellezza da lasciare a bocca aperta!

Per 5-6 persone calcolare circa 600/700 g. di baccalà salato, due belle cipolle, un bicchiere di olio e.v. d'oliva, tre bicchieri di latte, 5/6 acciughe, poca farina, parmigiano, prezzemolo trito, sale e pepe appena macinato.

Il baccalà dovrà albergare sotto acqua per almeno tre giorni, ricordando di cambiarla ogni 8/9 ore. Togliere pelle, lische, spine e le parti che sembrano più coriacee. Tagliarlo a pezzi grossolani. Affettare le cipolle e rosolarle con l'olio. Unire le acciughe dissalate, private della lisca e tagliuzzate. Infarinare i tocchi di baccalà e, in seguito, irrorarli con il soffritto in modo da ricoprirli. Disporli su una pirofila mettendo come base parte del fondo realizzato. Ricoprire il tutto con il resto del soffritto, il latte, il parmigiano, il sale, il pepe e l'olio in modo che tutti i pezzi del pesce  risultino coperti. Cuocere per almeno tre ore e mezza a fuoco basso movendo ogni tanto la pirofila.

Ottima portata da gustare persino i giorni a seguire. In questo caso la polenta potrebbe essere grigliata o arrostita.

Come vino è consigliato un Vespaiolo Breganze DOC o un Durello Lessini DOC. Buon appetito.

 

Stefano Buso





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Gaetano Taverna 23/03/2021

Il volo dell'odio

«Una malattia conosciuta col nome di odio. Non è un virus, né un microbo, né un germe. Ma nonostante questo è una malattia anche altamente contagiosa, con effetti mortali. Non la cercate ai confini della realtà, cercatela nello specchio. Trovatela prima che la luce vada via del tutto.»
Ai confini della realtà - episodio 26.

Un parroco di Roma è arrestato per abusi a danno di un minore psicolabile. Il sacerdote è conosciuto nella Curia romana perché in passato era stato uno stretto collaboratore del Papa. La Santa Sede chiede a padre Giulio Soriani, professore di psicologia alla Pontificia Università Gregoriana ed esperto in criminologia, di indagare in forma riservata per capire cosa abbia portato un illustre e devoto sacerdote a trasformarsi in una specie di mostro.
Durante le sue indagini padre Soriani si scontra con l’odio e il pregiudizio verso il parroco che aveva tentato di opporsi alle speculazioni edilizie, alle corruzioni e alle prepotenze di personaggi di peso del quartiere e della città.
Le prove e le testimonianze raccolte dai carabinieri accusano però in maniera inequivocabile il sacerdote che in carcere si rifugia in un totale mutismo senza difendersi dalle accuse.
Il prete psicologo intraprende così un percorso tortuoso che lo porta ad affrontare insidie, violenze e perversioni che scatenano il suo subconscio aggressivo, eredità di una giovinezza vissuta nel degrado.
Aiutato dall’amicizia del tenente dei carabinieri Tina Valenti, padre Soriani fa emergere infine una verità inquietante che stravolgerà la vita dei protagonisti.

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Gaetano Taverna 13/03/2021

Andrà tutto bene?

Un anno fa ha iniziato a girare uno slogan che ha coinvolto tutti o quasi: Andrà tutto bene. Uno slogan che è entrato in tutte le case, nelle scuole, sui social, e in molti balconi sono apparsi lenzuola e cartelli con lo slogan: in qualche modo sentivamo che la situazione sarebbe migliorata presto.

Ora però la situazione in Italia, per quanto sia molto più sotto controllo rispetto all'anno scorso, è ancora critica e se guardiamo i numeri c'è da avvilirsi (dati governativi al 12 marzo 2021):
Numero di casi: 3,18 Mln;
Numero di guariti: 2,56 Mln;
Numero di decessi: 102 mila.
Numeri spietati, freddi, dietro ai quali, come ho avuto occasione di esprimere, ci sono sofferenze, pianti, rimpianti, dolore, depressione, rabbia, sogni e progetti infranti.

Ci sono però altri numeri, quelli che dovrebbero darci speranza: ad oggi, il totale delle dosi di vaccini somministrati in Italia è di 6.430.266. Il totale, invece, delle persone vaccinate con entrambe le dosi è invece di 1.922.072. Probabilmente la differenza è dovuta alla singola somministrazione rispetto a quella doppia (dati disponibili sul sito del governo).
Con questi numeri, possiamo ancora dire Andrà tutto bene, soprattutto in previsione di nuove zone rosse o lockdown mirati? Non lo so. Sento di conoscenti che purtroppo non ce l’hanno fatta. Sento di aumenti dei ricoveri negli ospedali, nelle terapie intensive.

Da genitore sono preoccupato per gli impatti di tale situazione nelle opportunità di lavoro dei figli.
Da ex educatore scout sono preoccupato degli impatti sulla crescita dei bambini/ragazzi, privati della socialità data soprattutto dalla scuola, ma anche da altre situazioni di aggregazione.
Da comune cittadino, sono preoccupato per un futuro che al momento appare incerto.
Tra l’altro, tutto quel buonismo, quella solidarietà che si vedeva l’anno scorso, sta venendo meno. C'è una diffusa chiusura che coinvolge sempre più persone, una forma di lockdown interiore che le isola sempre più e le porta a vivere rassegnate e passive.

Ma andiamo avanti, perché “La miglior cosa del futuro è che arriva un giorno alla volta.” (Abraham Lincoln).
E allora, a mio avviso, non possiamo più dire: Andrà tutto bene, ma Dovrà andare bene, se non proprio tutto, almeno quel tanto per tornare a essere di nuovo fiduciosi e grintosi.
Alla via così!

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