Si chiude un capitolo

È tempo di chiudere un capitolo importante della mia vita e di voltare pagina.

Come autore mi è sempre piaciuta l’idea che la vita di ciascuno possa essere rappresentata in un libro. Un libro composto da tanti capitoli all’interno dei quali sono presenti diversi episodi, alcuni a lieto fine, altri meno.
E per quanto mi riguarda, uno di questi capitoli, forse quello più corposo, si sta concludendo. Mi riferisco al capitolo relativo all’attività professionale visto che dal 1 gennaio 2023, dopo 42 anni di lavoro, ne aprirò un altro come pensionato.

Era il 1 ottobre 1980, un epoca storica per certi versi. Si viveva un clima di incertezza, sociale ed economica, con eventi che riguardavano soprattutto la guerra fredda, il terrorismo (con l’attentato alla stazione di Bologna su tutti), la mafia. Per non parlare del terribile terremoto dell’Irpinia e dell’omicidio di uno dei più grandi artisti di tutti i tempi, John Lennon.
All’epoca avevo 22 anni e poter essere assunto a tempo indeterminato in una Compagnia di Assicurazioni, dopo soli tre mesi di prova, mi sembrò di toccare il cielo con un dito.

Quando mi chiedono “ma come, sono 42 anni che lavori per la stessa azienda??”, io rispondo sempre che non è così. Certo, sono 42 anni che lavoro nella stessa sede, in uno storico stabile di Roma, ma la Compagnia non è sempre rimasta la stessa per i diversi cambiamenti societari che si sono succeduti nel tempo. Compagnie diverse significa anche organizzazioni diverse e direi anche mentalità diverse.
Non sono un nostalgico, non lo sono mai stato e ho cercato sempre di adeguarmi alle novità, ai cambiamenti, ai nuovi progetti, alle nuove relazioni, senza troppi affanni, cercando di crescere professionalmente e allo stesso tempo cercando di offrire le mie competenze quando mi è stato richiesto di farlo.

La mia attività lavorativa si è sempre svolta nell’ambito dell’Information Technology. All’epoca, si lavorava nel CED (Centro Elaborazione Dati), e i computer erano degli armadi enormi, pesanti e rumorosi con una capacità di elaborazione e di memoria che oggi apparirebbe ridicola a dir poco.
Per me è stato invece un mondo affascinante e aver potuto vivere e conoscere l’evoluzione tecnologica che il settore I.T. ha avuto nel tempo, ha rappresentato un’opportunità e un arricchimento professionale davvero speciale.

Il mio lavoro mi ha permesso anche di viaggiare in Italia e all’estero, permettendomi di conoscere le maggiori città italiane di ogni regione, ma anche Amsterdam, Cardiff, Parigi. Non è stato semplice per me relazionarmi con i colleghi esteri (la lingua inglese non è mai stato il mio forte), ma in qualche modo ce l’ho fatta.

Pensione: se ne parla spesso, in bene e in male.
Chi l’aspetta contando i giorni, chi invece vorrebbe che non arrivasse mai. Chi la vede come una chimera, chi invece rimpiange quando lavorava.
Per non parlare dell’immagine del pensionato in fila alla posta, o davanti a un cantiere con le mani dietro la schiena, o seduto su una panchina a dare da mangiare ai piccioni…
Non riesco ancora ad immaginare come sarà la mia vita dal 1 gennaio. Forse qualche volta potrò fare la fila alla posta, ma cantieri, panchine, piccioni, non fanno per me!
Immagino che avrò bisogno di un periodo di tempo per far decantare questo momento, trovare dei nuovi ritmi, capire cosa voglio e posso fare. Di certo però al momento non ci voglio pensare: della serie, viviamo alla giornata!!
A prescindere da tutto, la mia fuoriuscita dal mondo del lavoro è stata una precisa scelta. Se avessi voluto lavorare, avrei continuato a farlo senza problemi.

Di sicuro mi piacerebbe focalizzarmi su obiettivi di diversa natura, primo fra tutti, dedicarmi con maggior vigore alla mia attività letteraria. In attesa della pubblicazione dei romanzi che ho scritto negli ultimi tempi, ho dei nuovi progetti letterari a cui mi dedicherò a breve.
Ma avrò modo anche di dedicarmi con maggior gusto alla cucina, ma non quella sperimentale o innovativa di cui si sente parlare spesso, ma al recupero di antiche ricette della tradizione regionale italiana che rischiano di essere troppo rivisitate o peggio dimenticate.
Infine, mi piacerebbe offrire il mio tempo in un’attività di volontariato. Per molti anni ho svolto un servizio di volontariato nello scoutismo, che mi ha lasciato tanto e mi ha segnato per sempre. Ora invece è tempo di scoprire altre realtà di volontariato, ma se ne riparlerà più avanti.

A parte tutto, lasciare il mondo del lavoro non mi priverà dei ricordi degli incontri, delle relazioni, delle amicizie con le varie persone che ho potuto conoscere in tutto questo tempo. Persone diverse delle quali manterrò volentieri un contatto. Altre che invece ho perso di vista e altre ancora che purtroppo non ci sono più.
Le relazioni sono sempre state importanti nella mia vita, e quelle che si instaurano nel posto di lavoro, per le ore passate a stretto contatto ogni giorno, ritengo che siano davvero importanti e non banali.

È tempo, quindi, di chiudere questo capitolo e di voltare pagina. Una pagina al momento vuota, ma le idee sono tante e con il tempo sono certo che il nuovo capitolo si riempirà di episodi e di esperienze.
Nel mondo dello scoutismo, per augurare un buon proseguimento, un buon cammino, si dice Buona Strada, ed è proprio quello che auguro a me stesso per il mio futuro.

Gaetano Taverna

 

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