Birra & Rugby: matrimonio perfetto!

Birra e Rugby, un connubio indissolubile e vincente che lega da sempre gli amanti della palla ovale

Gaetano Taverna 26/02/2021 0

Rugby e Birra: non mi sembra che esista un altro sport che sia così legato o che abbia un connubio così stretto con una bevanda. E che bevanda! Le immagini dei tifosi che cantano l’inno della propria nazione alzando un boccale di birra prima di ogni partita di rugby, non credo che possano essere superate, in termini di messaggi subliminali, dalle migliori pubblicità sulla birra.
E anche se purtroppo il Covid ha chiuso gli stadi, nessun virus potrà mai impedire a un tifoso di rugby di gustarsi un boccale di birra mentre segue in tv il Torneo Sei Nazioni che si sta svolgendo in questo periodo.

Birra e Rugby: è come se parlassimo di un rapporto indissolubile, non so, tipo Giuletta e Romeo. Insieme per sempre. Ne sono di esempio i terzi tempi, post gara, innaffiati o inondati di bottiglie o boccali di birra: chi ha giocato, sa cosa significa.
E ne vogliamo parlare di quei pub dove il rugby fa da padrone? Dove se bevi una birra e non parli di rugby è meglio che te ne vai? Anche se non hai mai giocato a rugby, sei sempre il beneaccetto, basta che ne parli bene! É quello che è successo a me a Cardiff, in Galles, poco dopo la vittoria dell’Italia proprio con il Galles al Sei Nazioni di qualche anno fa.

Al centro di Cardiff c’è uno dei più tradizionali e storici pub gallesi: l’Old Arcade. Entro per bere una birra dopo una giornata di lavoro in ufficio. Come entro, percepisco subito nell’aria una strana atmosfera. Qualcosa che sa di tempi passati.
Non so che birra bere e sto per ordinare una classica Guinness. Un paio di persone mi adocchiano e mi dicono di lasciar stare le birre irlandesi. Mi porgono allora una pinta di una birra dal colore ambrato. Una vera delizia!

Ovviamente si tratta di una Brains, la birra classica gallese! É bella fresca e sembra leggera. La mando giù perché ho una sete del diavolo, ereditata da un pranzo in ufficio da dimenticare. Si beve e si parla. Il mio inglese fa pena, ma anche il loro accento non è da meno. Ma ci capiamo ugualmente: potere della birra!
Finisco il mio boccale e solo in quel momento mi accorgo che le pareti del pub sono tappezzate da foto, maglie, poster, inneggianti ovviamente al rugby. Ma anche palloni, trofei, medaglie. Mi vedono interessato alle foto e mi chiedono se mi piace il rugby. Ecco, sono proprio questi i momenti vitali dove una risposta o una frase possono far accadere qualcosa. Se dicessi che è uno sport che non mi interessa, la cosa peggiore che mi possa capitare è che quell’atmosfera magica che si è creata tra persone amanti della birra, si dissolva improvvisamente. Ma non dico questo. Affermo invece che mi piace e anche molto.

Ora, se in un pub gallese, ma credo anche in uno scozzese o irlandese (degli inglesi non ne parlo, poi vi dirò perché), tu dici che ti piace il rugby o, anche se non è il mio caso, che ci hai giocato o che ci giochi ancora, beh, aspettati di tutto. Nel mio caso, sono costretto a bere altre due pinte di birre (sempre lo stesso tipo, perché di birra, come mi hanno insegnato in Galles, ne puoi bere tante, ma senza mischiare mai).

A un certo punto mi metto a parlare in italiano, forse anche in siciliano (la mia lingua natia). Ma è come se mi capissero ugualmente. Si parla di rugby, del match del Sei Nazioni, del prossimo campionato del mondo e degli inglesi. A proposito: a un gallese non dargli mai dell'inglese: ne vale della tua incolumità (scherzo, ovvio, ma su questo sono molto permalosi, credo come se un napoletano lo scambiassi per un milanese). I due tipi mi dicono che l’accoglienza che sto ricevendo è tipica dei gallesi e che non la potrei trovare in alcun pub inglese. Gli credo sulla parola!

Si è fatto tardi e dico che devo andare o magari è la mia testa che sta reclamando un po’ d'aria fresca. Faccio per pagare, ma il ragazzo dietro il bancone mi dice che non devo pagare nulla. Mi giro per ringraziare i due amici gallesi ma loro non ci sono più. É come se fossero svaniti nel nulla. Eppure non mi è sembrato che siano usciti. Chiedo al ragazzo se li ha visti uscire, ma questi mi guarda strano e alza le spalle. Non insisto. Esco sorridendo, tre pinte di birra possono giocare brutti scherzi! Eppure penso che è vero quanto si dice su certi incontri o certi posti: se ti capita qualcosa di bello, anche se non sai se stai vivendo un sogno, vivilo pienamente e non te ne pentirai mai.

Ok, ora passiamo alla cucina. Con la birra si possono fare molte ricette, ad esempio il risotto alla birra, un piatto da provare e molto gustoso. Qui invece propongo una mia ricetta, un piatto di carne con la birra che non richiede particolari doti da chef stellato.

 

ARROSTO DI MAIALE ALLA BIRRA IN SALSA AGRODOLCE

Ingredienti per 6/8 p.

Arrosto di collo di maiale in rete 1.500 g.
Birra rossa
660 ml.
Scalogni n° 4
Sedano e carota
q.b.
Pepe verde in grani q.b.
Salvia e rosmarino
q.b.
Miele
q.b.
Farina di semola di grano duro
q.b.
Mandarini n° 4
Olio evo
q.b.
Sale
q.b.


Infarinare l’arrosto e metterlo da parte. Scaldare bene sul fuoco un largo tegame, versarvi un po’ di olio evo, gli scalogni tagliati a metà, un costa di sedano, una carota, un rametto di rosmarino e uno di salvia. Far soffriggere delicatamente e versarvi un poco di birra e lasciar sfumare a fuoco medio. Adagiarvi l’arrosto, farlo leggermente cuocere per qualche minuto girandolo e salandolo. Unire una manciata di pepe verde in grani, il resto della birra e far cuocere girandolo di tanto in tanto, a fuoco lento, con il coperchio per circa 1 ora.
Nel frattempo, scaldare in un pentolino il succo di 4 mandarini, unire un cucchiaio di miele e farlo sciogliere a fuoco molto lento (questa salsa al mandarino non deve mai bollire). Salare leggermente e farla raffreddare a temperatura ambiente.
Togliere l’arrosto dal tegame e far raffreddare anch’esso a temperatura ambiente.
Filtrare il liquido di cottura e metterlo da parte.
Quando la carne si sarà intiepidita, affettarla. Sistemare le fette sopra a un piatto di portata ovale ricomponendo la forma dell’arrosto originale. Versarvi sulle fette un poco di liquido di cottura alla birra. Scaldare la carne con tutto il piatto di portata nel forno a 50 gradi per circa 10 minuti. Prima di servire, versare sulla carne la salsa al mandarino e miele.
Come accompagnare questo gustoso piatto?? Direi con un'ottima birra artigianale, ovvio, no?
Buona Degustazione!

 

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Gaetano Taverna 07/11/2020

In Vino Veritas: la storia del vino

Vi è mai capitato di bere un buon bicchiere di vino e soffermarvi con la mente alla storia di questa delizia, come sia nata e come, da sempre, sia stata presente nella storia dell'umanità? La storia del vino è un po' la storia stessa dell'uomo. Risulta quindi difficile tracciarne con precisione il corso: ogni civiltà, ogni impero, ogni vicenda politica e di potere ha avuto le proprie storie di vino, più o meno legate agli eventi stessi che hanno delineato il corso della storia.
Con passione e curiosità ho voluto quindi raccogliere qualche dettaglio sulle origini del vino e volentieri condivido qui le informazioni che ho trovato, non prima offrire una bellissima citazione di uno dei più grandi esperti italiani di vino, Luigi Veronelli « Il vino è il canto della terra verso il cielo ».

 

 

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Gaetano Taverna 14/05/2024

Insalata di Riso Venere: un piatto fresco e leggero

Il Riso Venere è una varietà di riso integrale di origine cinese la cui coltivazione in Italia, in particolare in Pianura Padana, è iniziata nel 1997. Secondo la leggenda il suo nome è legato alla dea dell’amore perché in Cina veniva cucinato per l’Imperatore e la Corte in virtù delle sue proprietà afrodisiache.

I suoi chicchi scuri e lucenti sono ricchi di sostanze antiossidanti chiamate antociani, pigmenti naturali che rallentano l’invecchiamento cellulare. Ricco di calcio, manganese, zinco e fosforo, oltre che ferro e selenio in quantità superiore rispetto al riso tradizionale, il Riso Venere è ottimo per la preparazione di ricette fresche estive anche a base di pesce.
La ricetta che propongo è un piatto a base di petto di pollo tostato al forno con l'aggiunta di peperoni in agrodolce e melone. Il risultato è un piatto fresco, gustoso e dai colori vivi che soddisferà gli occhi e ovviamente il palato.

Buona Degustazione!!

Ingredienti per 4 p.

 RISO VENERE
400 gr. 
 PETTO DI POLLO INTERO
300 gr.
 PEPERONI GIALLI E ROSSI
n. 2
 MELONE FRANCESINO
400 gr.
 CIPOLLOTTI FRESCHI
n. 2
 BRODO VEGETALE
1 lt.
 ACETO BIANCO
q.b.
 FARINA DI SEMOLA
q.b.
 ZUCCHERO
q.b.
 RUGHETTA
q.b.
 VINO BIANCO SECCO q.b.
 OLIO E.V.O. q.b.
 SALE E PEPE
q.b.

Ho tagliato il petto di pollo in piccoli pezzi, l'ho infarinato con la semola di grano duro, tolto la farina in eccesso e l'ho adagiato su di una teglia ricoperta dalla carta da forno. Ho aggiunto un poco di sale e di pepe e un filo di olio e ho infornato la teglia in forno caldo a 180° per 15 minuti. Finita la cottura, far raffreddare a temperatura ambiente.

Nel frattempo ho tagliato in piccoli dadini i peperoni e i cipollotti e li ho stufati con un poco di olio evo unendo inizialmente un poco di vino di bianco e infine poco aceto bianco e un cucchiaino di zucchero. Ho tolto dal fuoco i peperoni e li ho fatti stemperare. Ho infine tagliato a piccoli dadini il melone.

Ho portato in ebollizione il brodo vegetale (a base di cipolla, carota, sedano, sale) e nel frattempo ho tostato il riso venere su di un tegame facendo sfumare un poco di vino bianco. Ho preparato quindi un risotto aggiungendo di volta in volta il brodo vegetale e rispettando i tempi di cottura indicati nella confezione del riso. Mantecare con un filo di olio evo e lasciare intiepidire a temperatura ambiente.

In alternativa, dopo aver tostato il riso, è possibile cuocere il riso nel brodo vegetale con il microonde dopo averlo unito al brodo vegetale.

Ho riversato quindi il riso in un piatto da portata largo e l'ho condito con i toccheti di petto di pollo tostati e i peperoni in agrodolce. Ho aggiunto un filo di olio evo e infine ho unito i tocchetti di melone e qualche foglia di rughetta.

Consiglio di abbinare un vino bianco giovane servito ben freddo, ad esempio un ottimo Piemonte DOC Sauvignon.

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Gaetano Taverna 28/01/2022

Cannelloni ai funghi porcini con robiola e besciamella allo zafferano

I cannelloni da sempre accompagnano i grandi eventi della famiglia, le feste e le domeniche. La cucina italiana è ricca di ricette che permettono di preparare ottimi cannelloni con ripieni molto gustosi a base di carne, di pesce, di verdure. Conditi con ragù, pomodoro e basilico oppure soltanto con la besciamella.

Con questa ricetta che presento, ho voluto preparare i cannelloni ripieni di funghi porcini, tagliati a pezzetti non troppo piccoli, e amalgamandoli con la robiola. Infine, ho condito i cannelloni con una besciamella allo zafferano che permette di donare alla salsa un sapore diverso e un bel colore giallo.

Per la pasta, ho utilizzato la sfoglia già pronta per le lasagne, che ho sbollentato leggermente e asciugato su un canovaccio, così da ammorbidirla e arrotolarla senza rompersi.

Ingredienti

 PASTA SFOGLIA ALL'UOVO PER LASAGNE
1 conf.
 FUNCHI PORCINI SURGELATI
1 kg.
 ROBIOLA
200 gr.
 ZAFFERANO IN POLVERE
3 gr.
 SPICCHI DI AGLIO
n. 2
 PREZZEMOLO E TIMO
q.b.
 NOCE MOSCATA
q.b.
 PARMIGIANO GRATTUGIATO
120 gr.
 BURRO
120 gr.
 LATTE
1 lt.
 FARINA 00
80 gr.
 OLIO E.V.O. q.b.
 SALE E PEPE
q.b.

In un largo tegame far soffriggere leggermente l'aglio in olio EVO. Aggiungere i funghi porcini senza farli scongelare e far cuocere finché non si saranno perfettamente scongelati. Toglierli dal tegame e tagliarli a pezzi non tanto piccoli. Mettere di nuovo i funghi nel tegame e continuare a cuocere, unendo una manciata di prezzemolo e timo sminuzzati finemente. Far cuocere per altri 10 minuti, togliere dal fuoco, eliminare l'aglio e unire sale e pepe. Far intiepidire e unire la robiola e 80 gr. di parmigiano grattugiato, amalgamandoli bene ai funghi.

Preparare la besciamella facendo sciogliere in un pentolino 100 gr. di burro, unendo poi 80 gr. di farina e, una volta sciolto bene il tutto, unire poco alla volta il latte caldo, ma non bollente. Con una frusta, girare bene evitando la formazione di grumi, aggiungere un pizzico di sale e, se piace, un poco di noce moscata grattugiata. Infine, unire lo zafferano e amalgamare bene finché la salsa non si sia addensata. Togliere dal fuoco e far intiepidire.

Sbollentare per qualche secondo, singolarmente e di volta in volta, le sfoglie di lasagne asciugandole su un canovaccio pulito. Tagliare la singola sfoglia a metà e riempire con un cucchiaio abbondante di funghi. Arrotolare la sfoglia e mettere i cannelloni preparati da parte.

Imburrare bene una teglia capiente, coprire la base con un mestolo di besciamella allo zafferano e aggiungere i cannelloni ai funghi. Infine, ricoprire il tutto con il resto della besciamella e aggiungere il resto del parmgiano e pezzetti di burro.

Infornare in forno caldo a 180° per circa 40 minuti: cuocere con il forno statico, per i primi 30 minuti, coprendo la teglia con un foglio di alluminio; e per i restanti minuti, cuocere con il forno ventilato, togliendo l'alluminio, finché non si sia formata una leggera gratinatura.

Come vino, suggerisco un rosso leggero come il Pinot Nero. Buona Degustazione !

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