Una storia di dieci anni fa

Un'episodio reale della mia vita accaduto il 15 settembre 2013

Gaetano Taverna 15/09/2023 0

Oggi sono esattamente 10 anni da un'esperienza che mi ha segnato per sempre.

Di seguito il mio racconto. Chiarisco subito che si tratta di un episodio della mia vita che non ho mai raccontato a nessuno così in dettaglio.

Perché lo sto raccontando proprio ora? Semplicemente perché non volevo più tenermelo per me.
Sentitevi liberi di leggere e soprattutto di credere o meno a quello che descrivo verso la fine. Sappiate che per me è stato molto reale.

Cliccare sull'immagine per leggere il racconto

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Gaetano Taverna 04/10/2020

In ricordo di un amico: Stefano Buso

La scomparsa di un amico provoca sempre un forte dolore, soprattutto se con lui abbiamo condiviso delle comuni passioni, un progetto, un cammino, o più semplicemente dei momenti di spensierate chiacchierate, magari a distanza.
Nell’aprile del 2010 pubblico su Cucinet.com un articolo sui Bàcari veneziani e con l’occasione entro in contatto con un esperto enogastronomo e wineblogger veneziano, Stefano Buso.
Da quel momento, in maniera spontanea nasce un’amicizia basata sulla comune passione per la cucina, il buon vino e la scrittura.

Iniziamo quindi a collaborare nella scrittura di articoli per Cucinet.com (come le pagine pubblicate nella rubrica Winemozione). Sempre nel 2010 Stefano mi pregia della prefazione del mio secondo romanzo (Storia di cucina, amore e follia).
A seguire ci lanciamo in un progetto di scrittura a quattro mani di un romanzo storico ambientato nel Medioevo, sfruttando la sua competenza sulla cultura e sugli usi e costumi medievali. Un progetto che purtroppo non riusciamo mai a concludere. Tramite Stefano conosco dei nuovi amici, come il Prof. Leonardo Vecchiotti.

Il tempo passa e i contatti si diradano. Qualche messaggio o telefonata, sempre con la promessa di rivederci magari a Firenze o a Bologna, gustando un buon piatto e brindando con un buon rosso. Poi, quando meno te lo aspetti, la telefonata che non avresti mai voluto ricevere.
Il pensiero ora va alla sua famiglia, a sua moglie, ai suoi figli, a cui rivolgo il mio cordoglio e la mia vicinanza.
Ciao Stefano, un abbraccio affettuoso e grazie per la tua sincera amicizia.

Stefano Buso, giornalista, conoscitore di usi e costumi medievali, wineblogger, enogastronomo, si è occupato per diversi anni di arte culinaria, studi e storia sul gusto. È stato autore di pubblicazioni tematiche a sfondo storico-gastronomico. Membro e Ambasciatore dell'AIGS (Accademia Italiana Gastronomia Storica) e socio ASA (Associazione Stampa Agroalimentare Italiana). Nel 2008 ha ottenuto la Nomination al premio Luigi Veronelli.

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Gaetano Taverna 01/05/2021

Primo Maggio: una festa per il riscatto

Gli slogan che sanno tanto di retorica non mi sono mai piaciuti e allora per questo 1 maggio ho voluto rappresentare in quattro immagini la situazione attuale del lavoro (o del non lavoro) in Italia.

Il lavoro usurante, massacrante, di chi è in prima linea a combattere il Covid nelle corsie degli ospedali.
Il lavoro perso, le spese da pagare, i sogni infranti, l'incertezza del futuro di chi ha un'attività, come la ristorazione, colpita duramente dalle chiusure per il Covid.

Le fabbriche che chiudono per piani aziendali il cui obiettivo è esclusivamente il profitto a discapito della dignità umana.

La ricerca affannata del primo impiego per i giovani, sempre più costretti ad accettare impieghi che nulla hanno a che vedere con gli studi fatti (es. rider); oppure che si illudono di poter avere uno straccio di contratto dopo mesi di stage senza retribuzione perchè "fa comunque curriculum".

Sarebbero tante le persone in crisi (come chi lavora nello spettacolo, teatri su tutti, nel turismo, nell'arte, ecc.).

Per tutti loro, il 1 maggio non può essere una festa, ma almeno rappresenti la possibilità di un riscatto che permetterà di vivere con dignità.

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Gaetano Taverna 19/12/2020

Il calore di un abbraccio

Paulo Coelho, nel suo libro Aleph, scrive: "quando abbracciamo qualcuno in modo sincero, guadagniamo un giorno di vita".

Il Covid ci sta colpendo anche costringendoci a non avvicinarci, a non parlarci, a non abbracciarci.
Tutto questo modo di relazionarci a distanza (contatti, riunioni, lezioni, esami, smart working), questo rimanere distanti salutandoci con un leggero movimento della testa, con il gomito, con i piedi, con i messaggi, ecc., sta pesando molto, almeno a me, e ci sta isolando.

Nulla potrà mai sostituire il calore di un abbraccio, di una carezza, di un bacio, di una risata in compagnia, di un incontro.
E tornando alla citazione di Coelho, la mancanza di abbracci non ci sta facendo guadagnare giorni di vita.

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