Storia di cucina, amore e follia: presentazione a Venezia

11 marzo 2011: presentazione del romanzo all'Antica Adelaide

L'11 marzo 2011, ho presentato il mio romanzo Storia di cucina, amore e follia, nella città dove il romanzo è ambientato, Venezia. Oltre alla città, anche la location dove si è svolta la presentazione è stata speciale. L'Osteria Antica Adelaide, infatti, con il suo titolare, l'amico Alvise Ceccato, sono entrambi protagonisti del romanzo. Di seguito l'intervento del prof. Leonardo Vecchiotti, relatore della serata, e la recensione di Tullio Cardona, de Il Gazzettino, sulla presentazione.

Come riflettendo sul gioco dell’opposizione funzionale, fenomeno che da sempre ha caratterizzato la nostra esistenza, - nel caso di Gaetano Taverna siamo addirittura in presenza di una magica coincidenza in più, perché il nostro autore è nato sotto ¡l segno dei Gemelli - si può derivare il senso profondo, dunque filosofico dei nostro vivere, così ad un’attenta analisi del libro che questa sera è alla nostra attenzione - ”Storia di cucina, amore e follia. Una spia tra ¡ fornelli - si può ricavare l’impressione di vivere in una dimensione costantemente legata al mondo speculare. Sia per ciò che riguarda l’intreccio delle tematiche proposte - amore e odio, passato e presente, saggezza e follia, macro e micro, concretezza e virtualità, natura e scienza, oggettività e sogno, semplicità e magia, gioia e nostalgia - sia per ciò che attiene alla realtà tecnico espressiva.
Prosa asciutta eppure polifunzionale, scelta delle parole semplici, ma non per questo incapace di complicati virtuosismi, sintassi puntuale, ciononostante sempre pronta a interpretare le necessità derivanti dalla storicizzata licenza poetica, in buona sostanza un sapiente alternarsi di freschezza e scorrevolezza, di originalità e stravaganza, di dassicità e innovazione.
Atmosfere sentimentali e descrittive sapientemente amalgamate; pathos intenso e sottile ironia profusi a piene mani per garantire la certezza nell’interpretazione espressiva; rapporti ruvido-teneri nella tessitura della narrazione capaci di evidenziare quella certa spigolosità di un carattere forgiato da esperienze contrassegnate da un intenso impegno non solo nel sociale, ma anche nelle diversificate professionalità.
Tutto nell’opera di Gaetano Taverna scorre sull’onda dl un linguaggio senz’altro efficiente spesso pervaso da risonanze arcane e richiami deliziosamente misteriosi.
Il ritmo in particolare, diviso tra adagi inebrianti e accelerazioni controllate, resiste come solida roccia alle tentazioni dl un manierismo ossessivamente imperante, dunque un trionfare di certezza e fantasia, flessibilità e rigorismo, positività e utopia: in definitiva un vertiginoso susseguirsi di contrasti razionali, un amore sviscerato per il contrappunto, uno sfavillio di immagini tra loro in tensione, un incredibile variare di sensazioni, presentimenti, turbamenti, impressioni, emozioni tra loro in accesa competizione, il tutto però sempre pronto a essere stemperato da provvidenziali e piacevoli sfumature.

Articolo e recensione di Tullio Cardona, de Il Gazzettino, sulla presentazione all'Antica Adelaide di Venezia

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